Tre tunnel del terrore distrutti in tre mesi, l’ultimo distrutto nella notte scorsa era forse il più lungo è strutturato di quelli individuati fino ad oggi, un tunnel del terrore chiaramente offensivo che penetrava per centinaia di metri in territorio israeliano e che aveva una diramazione che andava oltre il confine egiziano.
L’IDF ha annunciato che l’aviazione ha bombardato distruggendolo completamente un tunnel del terrore che partendo da Rafah si inoltrava per centinaia di metri in territorio israeliano passando praticamente sotto il valico di Kerem Shalom da dove ogni giorno passano centinaia di camion con gli aiuti per Gaza. Per questo suona ridicola la dichiarazione di Hamas secondo la quale quel tunnel serviva per contrabbandare beni di prima necessita per la Striscia di Gaza.
«Si tratta di una grave violazione della sovranità di Israele, una grave minaccia per i civili israeliani e una minaccia per gli sforzi umanitari che Israele compie per alleviare le sofferenze del popolo nella Striscia di Gaza oppressa da Hamas» ha detto il portavoce del IDF, il tenente colonnello Jonathan Conricus. Lo stesso portavoce ha attribuito la scoperta del tunnel del terrore ad «una combinazione di intelligence e di tecnologia all’avanguardia» senza però scendere nei particolari.
«Se fai qualcosa una volta, è una possibilità; se fai qualcosa due volte, è una coincidenza; se fai qualcosa tre volte, c’è un metodo» ha infine aggiunto il tenente colonnello Conricus lasciando intendere anche che l’IDF ha già individuato altri tunnel del terrore.
A differenza di altre volte nelle quali i tunnel del terrore sono stati distrutti dall’interno in questa occasione è stata usata l’aviazione il che rende l’idea di quanto fosse grande e lungo il tunnel.
Su Twitter, il ministro della Difesa Avigdor Lieberman ha elogiato l’attacco aereo “professionale e accurato” dell’IDF di sabato notte. «La distruzione della rete dei tunnel di attacco è una caratteristica fondamentale della nostra politica di colpire in modo coerente le capacità strategiche di Hamas», ha scritto questa mattina Lieberman. «Il messaggio ai leader di Gaza e ai suoi cittadini è chiaro: investi nella santità della vita e non in catacombe» conclude il Twitt.
E a questo punto sarebbe il caso che i donatori internazionali, soprattutto l’Unione Europea, riflettessero sul perché ancora alcune zone di Gaza non sono state ricostruite e sul perché le infrastrutture di Gaza sono al collasso. Non è perché Israele non ha fatto passare il cemento e i materiali edili necessari a ricostruire, ma perché sono stati usati da Hamas per la costruzione di numerosi e complessi tunnel del terrore infischiandosene della ricostruzione di Gaza. Possibile che nessun donatore internazionale chieda conto ad Hamas che uso ha fatto della immensa mole di denaro versato per la ricostruzione di Gaza?