Guardate Erdogan e la Fratellanza Musulmana e vedrete il futuro che ci aspetta

ISIS? Al Qaeda? Hamas? Hezbollah? No, per quanto tutte queste sigle e nomi siano terrificanti e paventino il terrore islamico, per quanto si possa essere preoccupati da queste sigle terroristiche e dalla loro ideologia, il pericolo che esse rappresentano lo conosciamo perfettamente e quando un pericolo è noto è anche più facile combatterlo.
Quello che invece è difficile da combattere è il nemico che ti ritrovi in casa senza nemmeno accorgertene, quello che non vedi come un nemico.
Recep Tayyip Erdogan è invece il Presidente delle Turchia, uno stato che fino a pochi anni fa veniva visto come uno Stato laico, addirittura come “un ponte” tra Islam e occidente tanto che in molti la volevano in Europa.
Ma la Turchia di Erdogan non è più però quella di qualche anno fa, quella ligia alla Costituzione laica voluta da Ataturk e in qualche modo aperta alla evoluzione. In Turchia è prevalsa l’ideologia dei Fratelli Musulmani, è prevalso cioè l’inganno islamico, quello alla base di ogni progetto della Fratellanza Musulmana.
Grazie a quello che appare sempre di più come un finto golpe, Erdogan è riuscito a cambiare la Costituzione laica voluta dal fondatore delle Turchia moderna e ha progressivamente islamizzato il Paese portandolo a essere un esempio quasi perfetto di quello che intende la Fratellanza Musulmana con il termine di “democrazia islamica”, un qualcosa che però non ha nulla a che vedere con la democrazia così come la intendiamo noi, un qualcosa che assomiglia molto di più allo Stato Islamico fondato da Abu Bakr al-Baghdadi ma con in più il riconoscimento internazionale.
In questo lungo percorso di progressiva islamizzazione della Turchia, Erdogan è stato bravissimo a mettere in pratica le direttive della Fratellanza Musulmana e in particolare quei tre punti del loro programma che dicono:

  1. Liberare la nazione islamica (Ummah) dalle regole degli infedeli
  2. Creare un mondo islamico (califfato)
  3. Creare una nuova civiltà mondiale basata sulla Sharia e sull’Islam

Erdogan maestro dell’inganno

Perché dico che Erdogan è stato bravissimo? Perché mentre metteva in pratica il suo piano di islamizzazione della Turchia è riuscito a non rompere i ponti con l’occidente, anzi, solo pochi giorni fa è stato ricevuto con tutti gli onori da Papa Francesco in Vaticano e dalle massime cariche istituzionali italiane, incontri che lo hanno proiettato nel ruolo di massimo leader della Fratellanza Musulmana e soprattutto lo hanno elevato al ruolo di “interlocutore” tra il mondo islamico e il resto del mondo, il tutto mentre il suo esercito massacrava i curdi nella regione siriana di Afrin, la sua marina cingeva d’assedio l’isola di Cipro facendosi beffe del Diritto Internazionale e i sui sgherri in patria continuavano ad arrestare con l’accusa di terrorismo chiunque si opponesse alla sua politica di stampo islamico, compresi decine e decine di giornalisti.
Non è un caso che il cosiddetto “islam politico” italiano e più in generale quello occidentale veda in Erdogan un vessillo, un esempio da seguire e imitare in tutto e per tutto. Non c’è stato un solo leader musulmano in Italia e in Europa che abbia condannato le politiche di Erdogan, anzi, sono proprio le sue politiche fortemente islamiste ad aver incendiato i cuori dei “musulmani moderati” de noantri. L’idea di uno Stato Islamico turco, forte, potente e prepotente con chi ostacola i suoi piani di conquista eccita terribilmente i “nostri” Fratelli Musulmani. Il fatto che la Turchia stia investendo milioni e milioni nell’islamizzazione dell’Europa partendo dalla porta dei Balcani, è così eccitante per la Fratellanza Musulmana europea da spingerla senza esitazione nelle braccia del nuovo sultano, del nuovo grande conquistatore islamico. Per loro Erdogan è la rappresentazione di un sogno che si avvera. Vedere quelle navi turche che bloccano le trivellazioni a Cipro solo perché Erdogan pensa che il Diritto Internazionale possa essere calpestato nel nome del potere islamico, li rende fieri del loro leader maximo, del loro sultano.

E l’Europa? Cosa fa l’Europa di fronte a tanta prepotenza?

La cosa tragicamente buffa è che l’Europa fino ad oggi non ha mosso un dito di fronte alla sfacciata prepotenza di Erdogan. Non una sola parola sull’invasione del Kurdistan siriano né sui bombardamenti sul Kurdistan iracheno. Non ha fatto un fiato sul blocco navale imposto a Cipro, uno Stato che dell’Unione Europea è membro. Nemmeno sulle minacce turche alla Grecia ha fiatato. In compenso a Bruxelles stanno bene attenti a non indispettire il sultano turco, presi in mezzo dalla minaccia di milioni di profughi che il leader turco non esita a usare come arma di ricatto. E’ un altro sogno delle Fratellanza Musulmana che si avvera, una Europa in balia del prepotente potere musulmano e incapace di opporsi ai suoi diktat.
E’ questo il futuro che ci aspetta? Beh, se si continua su questa strada temo di si. Temo che in Europa si stia sottovalutando le conseguenze di questa passività verso la Turchia di Erdogan e che non si vedano le conseguenze che tutto questo ha sull’evoluzione della Fratellanza Musulmana che incredibilmente continua ad essere considerata “l’islam politico” e “moderato”, addirittura un interlocutore affidabile quando invece non è diversa dalle tante sigle islamiche che, andando a stringere, hanno i loro stessi obiettivi, solo che sono meno “furbi” rispetto ai Fratelli Musulmani che preferiscono una insinuazione graduale ma progressiva.
Quanto successo alla Turchia dovrebbe essere un monito per l’Europa e quanto sta facendo Erdogan dovrebbe essere motivo di reazione decisa e non interpretabile. Invece stiamo assistendo a una specie di Caporetto europea, una debacle del tutto ingiustificata e ingiustificabile di fronte alla prepotenza islamica della nuova Turchia di Erdogan, ormai uno Stato Islamico a tutti gli effetti.

Politicamente non schierato. Voto chi mi convince di più e questo mi permette di essere critico con chiunque senza alcun condizionamento ideologico. Sionista, amo Israele almeno quanto amo l’Italia. Studio tutto quanto riguarda il Medio Oriente e l’Africa centrale.