Israele, informazioni classificate: l’Iran controlla 82.000 combattenti in Siria

Secondo informazioni classificate diffuse ieri dall’ambasciatore di Israele alle Nazioni Unite, Danny Danon, in Siria ci sono almeno 3.000 soldati iraniani per lo più appartenenti al Corpo delle Guardie della Rivoluzione islamica ma complessivamente Teheran controlla un esercito molto più grande.

Teheran sta creando in Siria la più grande base militare del mondo

«Teheran sta creando in Siria la più grande base militare del mondo» ha detto Danon rivolto al Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Secondo le informazioni classificate ottenute da Israele, Teheran controlla complessivamente 82.000 combattenti in Siria. Di questi 9.000 sono membri di Hezbollah, 10.000 sono i miliziani sciiti provenienti da Iraq, Afghanistan e Pakistan mentre sono almeno 60.000 i combattentisiriani legati a vario titolo all’Iran.
«Stiamo diffondendo queste informazioni classificate in quanto è di vitale importanza per il mondo capire che se chiudiamo gli occhi su quello che sta facendo l’Iran in Siria, la minaccia iraniana non farà altro che crescere» ha detto Danon al Consiglio di Sicurezza dell’Onu.
Secondo l’ambasciatore israeliano le dimensioni della forza militare a disposizione di Teheran in Siria «sono la prova dell’intenzione iraniana di seminare caos nella regione e di minacciare Israele».
«Perché l’Iran continua a reclutare questi estremisti per essere uccisi nei campi di battaglia della Siria? Perché l’Iran sta costruendo basi per ospitare questi combattenti a lungo termine? La risposta è chiara: per destabilizzare ulteriormente la Siria e la nostra regione. Per minacciare ulteriormente Israele e per terrorizzare ulteriormente l’intero mondo libero» ha poi concluso Danny Danon.
Israele ha chiesto quindi al Consiglio di Sicurezza dell’Onu di verificare “con molta attenzione” quello che sta facendo l’Iran in Siria e di accertarsi che quello che sta facendo non violi gli impegni presi con l’accordo sul nucleare iraniano. L’ambasciatore israeliano ha poi ribadito che Gerusalemme non starà a guardare mentre l’Iran si posiziona ai suoi confini e che continuerà a far “tutto il necessario” per impedirlo.