La notizia è di ieri, Israele ha fatto sapere alla Russia che amplierà il raggio delle sue operazioni contro Hezbollah e le basi iraniane anche oltre il centro-sud della Siria, il che significa che arriverà a colpire obiettivi fino ai confini con l’Iraq.
Anche se non è nota la risposta di Mosca, il cambio di strategia deciso da Israele non è cosa di poco conto e cambia in maniera sostanziale la situazione sul terreno. Ora gli iraniani non saranno tranquilli nemmeno nel nord della Siria che stanno usando come un enorme scalo merci.
L’obiettivo dichiarato dello Stato Ebraico è quello impedire il consolidamento della presenza iraniana in Siria, una evoluzione rispetto all’obiettivo iniziale che era “solo” quello di impedire il trasferimento di armi e tecnologie a Hezbollah.
E’ l’inizio di una nuova fase, una evoluzione del conflitto che potrebbe portare veramente a uno scontro diretto tra Gerusalemme e Teheran visto che l’Iran non intende rinunciare al cosiddetto “corridoio sciita” mentre Israele è fortemente motivato a non permetterlo per ragioni di sicurezza nazionale.
Ora l’unico dubbio è quello che riguarda la posizione che assumerà Mosca di fronte a questa escalation. Nei giorni scorsi una delegazione israeliana è volata a Washington per esporre agli americani i motivi che spingono lo Stato Ebraico a questa evoluzione, ma non è dato sapere se a Gerusalemme hanno fatto la stessa cosa con i russi, anche se è ragionevole pensare che lo abbiano fatto. Come si comporterà Putin?