Il Parlamento Europeo ha chiesto il congelamento del processo di adesione della Turchia all’Unione Europea.
Con 370 a favore, 109 contrari e 143 astenuti, il Parlamento Europeo si è espresso per il congelamento ufficiale del processo di adesione della Turchia alla UE, decisione che se fosse resa ufficiale metterebbe a repentaglio molti finanziamenti della UE alla Turchia.
Ora la palla passa ai governi europei che hanno l’ultima parola in merito al congelamento dell’adesione.
«Il Parlamento europeo rimane seriamente preoccupato per gli scarsi risultati conseguiti dalla Turchia nel sostenere i diritti umani, lo stato di diritto, la libertà dei media e la lotta alla corruzione, così come per il suo potentissimo sistema presidenziale», hanno detto i deputati in una dichiarazione congiunta pubblicata dopo la risoluzione.
La mozione che mira a congelare il processo di adesione della Turchia alla UE è stata sponsorizzata dalla relatrice per la Turchia, l’eurodeputata Kati Piri, che ha affermato che Ankara sembra ignorare le preoccupazioni ripetutamente espresse dai paesi europei sulla sua situazione dei diritti umani. Piri ha continuato ad accusare il governo Erdogan di una presa di potere attraverso gli emendamenti recentemente introdotti alla costituzione turca.
«Mi rendo conto che fermare i negoziati per l’adesione non è un passo che aiuterà i democratici turchi. Per questo i leader dell’UE devono usare tutti gli strumenti possibili per esercitare una maggiore pressione sul governo turco», ha detto Piri esortando l’Unione Europea a reindirizzare i fondi destinati alla Turchia a sostegno della società civile, dei difensori dei diritti umani e dei giornalisti locali.
La reazione della Turchia
La mossa dei parlamentari europei non comporta conseguenze legali per Ankara, in quanto richiederebbe la maggioranza degli Stati membri dell’UE per mettere congelare il processo di adesione. Tuttavia sebbene non vincolante, il voto ha comunque un valore altamente simbolico tanto che ha provocato una dura reazione da parte di Ankara.
Il ministero degli Esteri turco ha etichettato il voto come “privo di significato” e “fondato su pregiudizi”. Ha poi invitato la UE a intensificare il dialogo con la Turchia invece di chiudere le porte alle trattative.
Fonti locali affermano che Erdogan sarebbe furioso ma il dittatore turco non si è ancora espresso pubblicamente lasciando la palla al portavoce del suo partito.
Omar Celik, portavoce del partito AK, ha detto che la decisione dei parlamentari europei è razzista e che «mira ad accattivarsi i sostenitori del terrore» descrivendo il Parlamento Europeo come l’esempio di un organismo che adotta un «comportamento da estrema destra».
Il portavoce di Erdogan, Ibrahim Kalin, ha detto che pur non essendo vincolante la decisione del Parlamento Europeo è offensiva e dimostra come la UE sia poco obiettiva nei confronti della Turchia.