Proteste in Iran, gli Ayatollah accusano USA e Israele ma la gente non ci crede più

La crisi economica in Iran? Non è colpa della politica espansionista del regime che preferisce spendere denaro nel sostegno al terrorismo internazionale e nel finanziamento di conflitti in altri Paesi (Yemen, Siria, Libano, Gaza ecc. ecc.), no, è colpa di un complotto americano-sionista volto ad affamare il popolo iraniano.
E’ questo che ha detto ieri il Presidente iraniano Hassan Rouhani in un discorso trasmesso in diretta TV nel tentativo di allentare le pressioni dei radicali sul Governo e soprattutto di calmierare le proteste.
«Non ci arrenderemo alle occulte manovre degli Stati Uniti e del regime sionista» ha detto Rouhani nel sul discorso. «Prometto che anche nel peggiore dei casi l’Iran sarà in grado di far fronte ai bisogni primari della popolazione iraniana» ha poi aggiunto il presidente iraniano spiegando che «abbiamo abbastanza zucchero, grano e olio da cucina, abbiamo abbastanza valuta estera da immettere nel mercato per far fronte all’attacco economico del nemico».
Le parole di Hassan Rouhani erano rivolte principalmente ai giovani iraniani che ormai da settimane protestano contro la politica del regime volta più ad interessi esterni ed espansionisti piuttosto che al benessere della popolazione iraniana sempre più ridotta in povertà.
Le proteste in Iran, che purtroppo sembrano ignorate dalla “grande stampa” internazionale che ne parla pochissimo se non per nulla, vanno avanti ormai da molto tempo ma si sono decisamente acuite negli ultimi giorni. Gli iraniani chiedo al regime di cambiare radicalmente politica e di interessarsi al benessere del popolo invece che spendere miliardi per sostenere i gruppi terroristici, per alimentare conflitti in altri Paesi o per sostenere l’ormai inutile causa palestinese. Proprio quest’ultima è entrata di prepotenza negli slogan scanditi dai manifestanti negli ultimi giorni, slogan che chiedevano con decisione la fine del supporto alla causa palestinese e maggiore attenzione alla causa del popolo iraniano.

Il regine sordo riapre un impianto di arricchimento dell’uranio

Tuttavia il regime sembra essere totalmente sordo alle pressanti richieste del popolo iraniano e proprio ieri ha annunciato la riapertura di un impianto per l’arricchimento dell’uranio chiuso ormai da nove anni. Si tratterebbe di un impianto collegato alla centrale nucleare di Isfahan che dovrebbe produrre un elemento necessario al funzionamento delle centrifughe.

Ieri ennesima giornata di proteste

Proteste a Teheran

Anche ieri i manifestanti sono scesi in strada a Teheran dove si sono scontrati con la polizia. Decine gli arresti e una dura repressione hanno caratterizzato la giornata della capitale iraniana. Non siamo ancora ai livelli delle protese del 2009 ma la strada è quella. La polizia ha fatto ampio uso di lacrimogeni per disperdere la folla di manifestanti tra i quali si sono registrati diversi feriti. Ormai basta una scintilla per trasformare la protesta in vera e propria rivolta. Questa volta i giovani iraniani avranno il sostegno dell’occidente?