Le recenti proteste a Mosca con centinaia di arresti e il conseguente azzeramento della opposizione democratica a Vladimir Putin, ci ricordano chi è veramente l’uomo ai vertici della seconda più grande potenza militare al mondo e che in questo momento decide le sorti di diverse aree strategiche che vanno dal Medio Oriente all’Africa.
Purtroppo ogni tanto sembra che qualcuno se ne scordi, ogni tanto qualcuno parlando con Putin e di Putin sembra considerarlo un partner affidabile, qualcuno su cui appoggiarsi politicamente e militarmente, qualcuno su cui fare affidamento per addirittura combattere l’estremismo islamico.
Putin, l’uomo forte che cavalca a petto nudo che imprigiona pericolosissime diciassettenni che hanno l’ardire di leggere la costituzione russa davanti a un esercito di miliziani in tenuta antisommossa, che fa arrestare una donna in sciopero della fame da due settimane solo perché vorrebbe una Russia più democratica.
I suoi sostenitori in occidente, e sono tanti, sostengono che «ha il consenso popolare» e che solo questo giustifichi tutto. A parte che avere il consenso popolare non vuol dire affatto poter fare tutto, ma poi di quale consenso popolare stiamo parlando? Se fai fuori tutti gli oppositori non è consenso popolare, è consenso costrittivo.
Allora anche in Iran gli Ayatollah hanno consenso popolare, anche in Venezuela Maduro ha il consenso popolare. Nel momento in cui rimani solo tu perché elimini tutti coloro che possono farti opposizione, non puoi dire di avere il consenso popolare. Crei un regime.
E sinceramente spaventa molto che ci siano partiti politici europei che pensino ad alleanze strategiche e politiche con Russia Unita, il partito di Putin. Come pensano di conciliare una qualsiasi democrazia, seppure imperfetta, con un regime totalitario come quello russo?
Stupisce che ci siano partiti europei che chiedono a gran voce di togliere le sanzioni alla Russia, che giustificano l’occupazione della Crimea e il tentativo russo di destabilizzare l’Ucraina.
Veramente un qualsiasi partito politico di una democrazia può pensare che aiutando la Russia di Putin si possa in qualche modo favorire il dialogo e la pace?
Putin non è il “salvatore dell’occidente”, Putin è uno dei più pericolosi nemici dell’occidente. Putin non è “la spada cristiana contro l’islam” come i più intrepidi lo definiscono, Putin è il più grande alleato dell’Iran, uno dei regimi islamici più pericolosi al mondo che ha come obiettivo principale la diffusione della rivoluzione islamica in tutto il mondo. Putin combatte i nemici dell’Iran, non l’islam.
Che sia scaltro, furbo e intelligente è fuor di dubbio, ma da qui a giudicarlo un possibile alleato e una sponda su cui fare affidamento ce ne passa. Solo chi vorrebbe copiare il suo regime autoritario può pensarlo.
E non ci si faccia nemmeno ingannare dai “cordiali” rapporti tra Russia e Israele, dagli accordi tra Putin e Netanyahu sulla Siria. Netanyahu, qualsiasi cosa si possa pensare di lui, è troppo intelligente per vedere la Russia come un alleato o come un mezzo per impedire all’Iran di posizionarsi in Siria.
A Gerusalemme sanno benissimo che Putin sta facendo il doppio gioco con gli iraniani, che non ha mosso un dito per impedire il loro posizionamento permanente in Siria e che chiude letteralmente gli occhi sul colossale via-vai di armi che dall’Iran arriva ad Hezbollah attraverso la Siria.
La verità è che Putin non può fermare i raid israeliani in Siria, nonostante la consegna dei famigerati missili S-300 al regime siriano e a quello iraniano, quasi del tutto inutili contro la tecnologia israeliana. E allora fa finta di stare al gioco, non fosse altro perché quei missili a qualcuno li deve vendere e non ci fai una gran bella figura quando i jet israeliani ti passano praticamente sotto il naso.
Putin non è un amico di Israele, non lo è mai stato. Al momento gli fa semplicemente comodo fare il doppio gioco e tenere quella marionetta di Assad il più a lungo possibile al potere.
Il fatto che per coincidenza questa situazione convenga in parte anche ad Israele non significa che Putin e Netanyahu siano amiconi, significa solo che si usano a vicenda. Ma a Gerusalemme sanno benissimo che la Russia sta dall’altra parte della barricata.
Ora la domanda che dovremmo porci riguardo ai tanti (troppi) sostenitori occidentali del regime russo è: perché a questa gente piace tanto il regime di Putin? Per quale assurdo meccanismo pensano che faremmo bene a schierarci con lui e non contro di lui? Perché vedono il regime russo come un esempio?
Temo che la risposta sia proprio nella peculiarità del regime russo. Sognano una democrazia illiberale, un regime mascherato da stato democratico. Odiano tutto ciò che è democrazia. Pensiamoci perché questa gente ce l’abbiamo in casa. Cerchiamo di avere ben chiaro chi è amico di chi e da quale parte stare. Putin è un nemico temibilissimo delle democrazie occidentali, stare con lui significa stare contro le democrazie e se qualcuno, magari in buona fede, ha pensato che così non fosse forse farebbe bene a dare una occhiata a quello che sta avvenendo a Mosca, a quell’uomo così forte da avere paura di una ragazzina che legge la costituzione russa. Magari può sempre ricredersi.